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Depurazione

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MM gestisce il sistema di depurazione della Città di Milano, articolato principalmente su due grandi poli di depurazione, gli impianti di Milano San Rocco e Milano Nosedo, entrambi in gestione a MM, in grado di servire complessivamente fino a 2.286.000 abitanti equivalenti e che trattano circa il 90% delle acque reflue prodotte nell’area milanese poi rilasciate in corpi idrici superficiali. I due depuratori costituiscono veri e propri presidi di economia circolare a livello europeo, che mirano all’efficientamento delle risorse idriche e restituiscono alla Città di Milano acqua depurata da destinare all’irrigazione.

Depuratore di Milano Nosedo

Il depuratore di Nosedo è il più grande degli impianti gestiti da MM a servizio della città di Milano, con una portata di acqua trattata che va da 5.000 litri/secondo in tempo asciutto a 15.000 litri/secondo in tempo di pioggia. Ubicato a Sud-est della città, in un'area compresa tra la zona di Corvetto-Porto di Mare e la vasta fascia agricola che si estende in prossimità dell'Abbazia di Chiaravalle, il depuratore di Milano Nosedo ha una potenzialità di trattamento di oltre un milione di abitanti equivalenti ed è posto a servizio dei quartieri centro-orientali della città, pari a circa il 50% dei reflui complessivamente collettati dalla rete fognaria cittadina. Gran parte delle acque depurate a Nosedo vengono restituite principalmente alla Roggia Vettabbia e al Cavo Redefossi, per poi essere recuperate per usi irrigui da parte di aziende agricole per una superficie coltivata di circa 4.000 ettari.

Depuratore di Milano San Rocco

Il depuratore di San Rocco si trova all’interno del Parco Agricolo Sud di Milano, tra i Comuni di Rozzano e di Opera. L’impianto ha una potenzialità di trattamento di oltre un milione di abitanti equivalenti ed è posto a servizio di un’area di 101 chilometri quadrati nella parte occidentale della città. In particolare, affluiscono all’impianto di depurazione circa il 40% degli scarichi in fognatura del Comune di Milano e una parte della fognatura del Comune di Settimo Milanese.

Come avviene il processo di Depurazione?

L’acqua, dopo i suoi utilizzi domestici o industriali, viene raccolta nella rete fognaria, cui ogni edificio è collegato. I liquami fognari contengono diverse tipologie di inquinanti la cui eliminazione, prima della restituzione all’ambiente, ultimo tassello del servizio idrico integrato, è possibile solo in un impianto specializzato attraverso un processo industriale articolato in diverse fasi. Vuoi scoprire come funziona? Guarda questo video:

Grigliatura e sollevamento

Le prime sezioni degli impianti di Depurazione sono dedicate a specifici trattamenti finalizzati alla filtrazione di tutti gli inquinanti fisicamente individuabili. Una serie di griglie automatiche, denominate “grossolane”, blocca gli oggetti solidi superiori ai 3 centimetri di larghezza. Segue il passaggio del liquame in altre griglie automatiche denominate “fini”, che bloccano le sostanze solide sfuggite alle griglie grossolane sino a tre millimetri di larghezza.

Dissabbiatura e disoleatura

Segue il passaggio in alcune vasche di dissabbiatura e disoleatura, dove il liquame grigliato si ripulisce dalla sabbia presente, che sedimenta sul fondo delle stesse, per poi essere aspirata e lavata; inoltre grazie ad alcune macchine speciali gli olii e grassi flottano sulla superficie per poi essere raccolti da un sistema automatico, composto da lame superficiali, che li spingono verso un canale di raccolta e scarico.

Trattamenti biologici

I liquami, ormai privi dei solidi, delle sabbie e di olii e grassi necessitano di un trattamento per l’eliminazione delle sostanze biodegradabili. Le vasche di trattamento biologico sono il cuore di ogni depuratore a fanghi attivi. All’interno di queste vasche, (con un volume complessivo di ben 202.000 metri cubi per Nosedo e 155.000 metri cubi per San Rocco), una miriade (consorzi microbici) di microrganismi naturali autoctoni degrada le sostanze organiche ovvero nutrienti ed inquinanti, con meccanismi che possono essere aerobici, quindi richiedono l’immissione di aria, o anaerobici, in assenza di aria e con miscelazione. Tutto il processo è controllato grazie a centinaia di sonde e a logiche di processo avanzate..

Chiarificatori

L’acqua depurata dalle sostanze organiche e dai composti azotati viene ora separata, grazie alla presenza di bacini chiarificatori, dai fanghi biologici, che sedimentano sul fondo.

Defosfatazione

L’ultimo inquinante da eliminare è il fosforo, il cui rilascio nelle acque superficiali provocherebbe fenomeni di crescita vegetale anomali. La maggior parte del fosforo viene rimosso biologicamente nei bacini biologici ma può essere alla bisogna rimosso anche chimicamente attraverso il disaggio di cloruro ferrico che, combinandosi con il fosforo presente nelle acque, forma composti facilmente eliminabili tramite filtrazione..

Filtrazione su sabbia

I solidi eventualmente “sfuggiti” dai bacini biologici ed i precipitati insolubili del fosforo vengono quindi separati dall’acqua attraverso un sistema di filtrazione su un letto di sabbia. L’acqua che si raccoglie al di sotto dello strato sabbioso è ormai limpida.

Disinfezione

Un ultimo trattamento segna il passaggio dell’acqua nell’impianto prima della re-immissione esterna a Corso Idrico Superificiale o per uso Agricolo. Per la disinfezione a San Rocco l’acqua passa attraverso canali dedicati in cui sono immerse batterie di lampade a raggi ultravioletti, che abbattono la carica microbica (in particolare E.Coli e Salmonella); a Nosedo invece l’acqua viene addizionata a Acido Peracetico che permette di neutralizzare la carica batterica; entrambi i sistemi consentono di ottenere un’acqua completamente disinfettata.

L’acqua viene in poi prelevata e controllata da un laboratorio di analisi interno, dove sono analizzati anche i liquami in ingresso..

Restituzione in ambiente

L’acqua, depurata e disinfettata, è ora pronta per essere restituita all’ambiente, andando ad alimentare i fiumi e i canali del reticolo idrico periurbano e le rogge e marcite che alimentano i campi agricoli dell’area metropolitana.

 

I FANGHI BIOLOGICI

I fanghi biologici che derivano dal processo di depurazione delle acque reflue rappresentano il principale rifiuto prodotto da MM.

A conferma dell’approccio responsabile di MM nei confronti dell’ambiente, nessun quantitativo di fanghi viene smaltito in discarica, ma vengono al 100% inviati a recupero di materia e/o energia; sono quindi tutti riutilizzati ad esempio nell’industria del cemento e in agricoltura.

Questo approccio ha permesso a MM di collocarsi nella Classe “A” in relazione al macro-indicatore M5 “Smaltimento fanghi in discarica” individuato da ARERA nella regolazione della qualità tecnica del servizio idrico integrato (Delibera 917/2017/R/idr).