L'acqua di Milano

Che cos'è la "durezza" dell'acqua?

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Come può l’acqua essere “dura”?

La durezza dell’acqua indica il contenuto di sali, soprattutto alcalini, quali calcio e magnesio, responsabili della formazione del cosiddetto calcare, sotto forma di: cloruro di calcio (CaCl2), solfato di calcio (CaSO4), cloruro di magnesio (MgCl2), solfato magnesio (MgSO4), oltre che di eventuali metalli pesanti presenti nell’acqua.

A Milano la durezza dell’acqua è mediamente pari a 27 gradi francesi (°F)*, in pieno rispetto delle linee guida delineate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la normativa vigente, ovvero il Decreto Legislativo n° 18/2023, per il parametro durezza individua un limite unicamente per le acque sottoposte a trattamento di addolcimento o di desalinizzazione indicando un valore ≥ a 15 °F.

(1 °F = equivale a 10 mg/l di Carbonato di Calcio)

Si tratta di sostanze dannose per il nostro organismo?

Non a questa concentrazione. Questo dato è importante soprattutto per valutare la possibile formazione di incrostazioni e calcare, in particolare nei circuiti dell’acqua calda, perché i depositi di carbonati di calcio e magnesio sono scarsamente solubili.

Residuo fisso e classificazione delle acque

Le acque minerali vengono classificate in base alla qualità dei sali minerali che contengono e al residuo fisso dell’acqua.

Il “residuo fisso” esprime la quantità di sali disciolti in un litro d’acqua. Viene convenzionalmente calcolato a 180° e il suo valore viene riportato generalmente in milligrammi per litro (mg/l).

In base alla quantità di mg/l di residuo fisso le acque si distinguono in:

  • Acque minimamente mineralizzate, con residuo fisso inferiore a 50 mg/l
  • Acque oligominerali, con residuo fisso compreso tra 50-500 mg/l. Si tratta di acque diuretiche, consigliate a chi soffre di ipertensione arteriosa
  • Acque minerali propriamente dette, con residuo fisso compreso tra 500-1500 mg/l
  • Acque fortemente mineralizzate, con residuo fisso superiore a 1500 mg/l

 

Bere acqua “dura” fa bene!

Nonostante le credenze popolari, bere acqua “dura”, ovvero ricca di calcare, non porta alla formazione di calcoli renali, che sono invece causati da una molecola diversa, l’ossalato di calcio.

Calcio, ossalato di calcio, calcare e carbonato di calcio non sono la stessa cosa: bere acque ricche di carbonato di calcio fa bene all’apparato osseo e cardiocircolatorio, come dimostrano anche gli studi condotti dall’Istituto Superiore di Sanità. La predisposizione ai calcoli inoltre è per lo più ereditaria e in parte dovuta a caratteristiche personali (sudorazione, stile di vita…). Per evitare la formazione di calcoli, i medici raccomandano di bere molta acqua durante tutto il corso della giornata.